fior di tortura e sofferenza,
che ti nutri di romanzi
e bevi con gli occhi
la vita altrui.
Ti ho vista piangere
per una pagina stampata,
ti ho vista torcere le mani
sorridente, mesta, rassegnata a te stessa.
Ti ho vista, infuocata,
la bocca contratta in parole impetuose,
labbra umide di passione.
Ti ho vista dormire,
ignara e tormentata,
tra lenzuola macchiate
sotto uno sporco soffitto.
Ti ho vista,
ti ho vista,
ti ho vista.
Impalpabile, intoccabile,
fumosa e sfuggente.
Svettante, esistente,
in mezzo alla folla che ti confonde.
Ti ho sognata.
Come non sei.
Come vorrei.
Come non sai.
16.04.2003
Danae, Gustav Klimt, 1907-08, Leopoldmuseum, Vienna
2 commenti:
suona come il pensiero voyeuristico di un innamorato che arde di passione.
e lei, un po' civetta, approfitta silenziosamente del potere che esercita su di lui, mostrandosi fugacemente.
molto sensuale anche questo.
sar anche come dici tu, ma secondo me hai gli ormoni impazziti, ben incanalati in un soave stile poetico-prosastico, ma sempre a impazziti. ^.^
è primavera.
saluti
Uhm, sì.. potrebbe essere stata l'origine, in nuce, di Honeysuckle.. L'idea mi era nata in metropolitana. Hai presente quegli sguardi fugaci, da lontano, a una persona conosciuta di vista ma non direttamente? Che portano a pensieri arzigogolati sulla vita della stessa? Ecco.
Ebbene sì, mi hai sgamata! Gli ormoni ci sono.. ma odio doverli trasformare in uno stile soave. Ufi. Ci provo a essere kattiva.. ma mi sa che sotto sotto rimango una gattina. Sigh.
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